giovedì 28 luglio 2011

I lunghi singhiozzi dei violini d'autunno

Ancora una storia identitaria per Ken Follett, lungo i miti della seconda guerra mondiale ed alla vigilia dello sbarco in Normandia.
Il commando di sole donne è ovviamente una scusa per raccontare la donna che le guida, Felicity "Flick" Clairet, un'altra delle figure femminili dominanti che si rincorrono nei suoi libri (ricordate Aliena ne "I Pilastri della Terra"?) e mostrare quanto bene maneggi la storia recente. E le figure femminili le sa raccontare molto bene, nella letteratura popolare contemporanea è certamente ai livelli più alti.
Bellissime le descrizioni della Francia occupata e dell'Inghilterra un po' consunta al quinto anno di guerra, un po' meno credibili gli intermezzi erotici, niente male l'antagonista, l'ufficiale tedesco del controspionaggio raffinato ed edonista che pensa prima di torturare ma finisce in un contrappasso sin troppo dantesco. Assolutamente ridicolo, invece, il deuteragonista, ovvero l'ufficiale di collegamento di Eisenhower che si innamora della protagonista.
In conclusione, una breve citazione lascia pensare che una specie di "Flick" sia veramente esistita: Ken Follet ha anche moltissimi amici nei servizi inglesi, lo sappiamo.

lunedì 18 luglio 2011

James Herriot - Storie di gatti


Letto tutto d'un fiato durante una calda notte di luglio. Bellissimo, emozionante, commovente, divertente. Un libro per tutte le età.

Azzurro è il più crudele dei colori


Scrittore da premio Strega e Campiello, Giovanni Arpino si inventò anche giornalista sportivo, scrivendo per la Stampa e per il Giornale quando c'era ancora Montanelli.
Da giornalista sportivo seguì la sciagurata avventura della nazionale italiana ai Campionati Mondiali di calcio del 1974 in Germania Ovest (sì, allora c'era ancora). Chi ha anta anni ricorda benissimo come andò a finire, chi è più giovane lo potrà scoprire leggendo Azzurro Tenebra, che è forse il più bel romanzo sul calcio che si possa scrivere, e senza parlare di 4 - 4 - 2 o catenaccio mette a nudo i meccanismi più intimi del mondo del pallone, che allora non aveva comunque ancora raggiunto la follia totalizzante dei giorni nostri.
D'altronde dall'autore di Un delitto d'onore e La suora giovane, e sceneggiatore di Profumo di donna non ci si aspetta di meno.
E poi è anche un romanzo sul giornalismo degli anni '70, e se l'avessi letto allora magari non mi sarebbe venuta voglia di fare quel mestiere e mi sarei risparmiato un sacco di delusioni.

domenica 17 luglio 2011

I Beati Paoli - Luigi Natoli

Il romanzo con il numero più elevato di pagine mai letto. Devo dire che, sebbene la prima parte sia fondamentale per la struttura stessa della storia, in alcuni casi, secondo il mio punto di vista, Natoli si è dilungato troppo con descrizioni di personaggi irrilevanti o di vicende storiche che, nonostante servano a collocare le vicende in un preciso periodo storico, mi hanno un po' annoiata. Ho iniziato ad apprezzare la storia dalle terza parte in poi ( il libro è suddiviso in quattro parti ) dove Natoli comincia a fare emergere i Beati Paoli come i veri protagonisti di tutto il romanzo e dove ho trovato maggiori colpi di scena. Il personaggio che mi è piaciuto meno non è Raimondo Albamonte ( che, seppur nella sua odiosa cattiveria, rimane coerente fino alla fine dei suoi giorni ) ma è sua moglie, donna Gabriella, che alterna momenti di dolcezza a momenti di vera, sadica follia. Un personaggio nel quale si concentrano la gelosia ossessiva, il disprezzo, la malvagità tutti elementi che rendono Gabriella un personaggio odioso. Il personaggio più affascinante è Coriolano della Floresta, colui che tiene le vere redini di tutto il romanzo.

venerdì 8 luglio 2011

Austin, abbiamo un problema



John Grisham ha un problema con gli Stati che ammazzano la gente (anche noi, se è per questo), e lo risolve scrivendo "Io confesso", un legal thriller che è un apologo contro la pena di morte. Purtroppo lo scrive secondo le sue capacità, quindi i caratteri sono tagliati con l'accetta e i buoni sono tutti buoni ed i cattivi sono tutti cattivi (ed anche un po' stronzi), dopo più o meno una cinquantina di pagine già si capisce come andrà a finire e la morale che se ne può trarre è decisamente scontata.
Sarebbe interessante la scelta del protagonista, che non è il solito avvocato - Don Chisciotte, ma un mite predicatore luterano, tirato nella vicenda per caso e per i capelli, ma proprio qui vengono fuori i limiti dello scrittore, che in fondo è la versione "laurea breve" di Scott Thurow: difficile credere che un signore, per quanto prete, possa nel ventunesimo secolo comportarsi come si comporta lui.
Leggere per credere: anche perché prendersela con i texani è comunque cosa buona e giusta, dal momento che per quanto si possa inventare, loro sono sempre più avanti. Infatti mentre scrivevo questo post si leggevano queste notizie, e mi è venuta voglia di cancellare tutto.

sabato 2 luglio 2011

Andare sul sicuro


Dopo l'esperimento scandinavo, un autore che non si sbaglia: Stephen King, The Dome.
Il terrorista di Bangor, Maine, dopo qualche libro più intimista, torna al vecchio amore, la descrizione di una piccola comunità - comunque un paio di migliaia di persone - immersa in un incubo, in questo caso una cupola (in inglese dome, appunto) che sigilla un paesino sperduto della Nuova Inghilterra: dove si dimostra, tra l'altro, che non ci sono meccanismi democratici perfetti, e che si riesce benissimo a mandarli in corto circuito trasformando Chester's Mills (che ha preso il posto di Castle Rock) dal sogno americano con casette a schiera, villette con giardino ed orto, grandi spazi e scuola superiore con annessa squadra di basket e di football in un incubo dittatoriale, dove il libito diventa lecito.
A me è sembrato, addirittura, un apologo degli otto anni di W. Bush, quando in nome dell'emergenza, così come ripetuto spesso dai protagonisti del libro, tutto si può fare. E se Stephen king si interessasse anche delle provincie dell'impero, poteva essere del pari un racconto dell'Italietta alle prese con islamisti in arrivo sui barconi ed influenza aviaria e H1N1: a proposito, conoscete qualcuno che se le sia prese?
I tantissimi personaggi agiscono come in una macchina perfettamente oliata (chissà se ci sono dei "negri" che lavorano per lui) e la conclusione è degna del miglior King: una vera boccata d'ossigeno, adesso sono pronto a fare qualche esperimento, magari sui vampiri ed affini che, altra maledizione epocale - infestano i banchi delle nostre librerie: dovrò andare da Feltrinelli senza la consueta testa d'aglio in tasca.