sabato 28 gennaio 2012

La colpa è sempre del diavolo

Ancora un Camilleri senza Montalbano, e senza una storia lunga: tanti raccontini unificati dalla sfiga dei protagonisti.  Tirare in ballo il diavolo è forse eccessivo, ma insomma.
Detto che del Maestro di Porto Empedocle io leggerei anche la lista della spesa, confesso che qualcuna di queste storielle mi ha deluso, qualche altra mi ha ribaltato dalle risate, altre ancora mi hanno fatto pensare: insomma, ne è valsa la pena, anche perché erano ormai tre mesi che non usciva niente di nuovo.  Come per Stephen King, a un certo punto si va in crisi di astinenza.
Tra l'altro, leggendo qui, sembra proprio che non ci sia da aspettare troppo, per un'altra dose di queste Storie di Vigàta.
Per qualche romanzo più lungo, probabilmente (e non certamente), se il diavolo non ci mette la coda, l'attesa sarà meno breve. 

martedì 24 gennaio 2012

Il morto di terracotta

Piccoli giallisti crescono.
Marco Malvaldi torna in libreria con il suo barrista intellettuale e gli anziani clienti abituali e ci racconta una storia di spessore, che deve molto ad Andrea Camilleri e che è veramente ben costruita, e scritta meglio.
Parla di un delitto di venti anni prima, che nessuno pensava fosse tale prima che il protagonista ed il suo coro ci mettessero gli occhi sopra, e c'è anche una chicca: l'investigatore dilettante ma di genio (certo un topos, ma ormai ci siamo abituati) risolve il caso mentre è bloccato in ospedale. Pura analisi intellettuale, quindi, e mancano solo le orchidee, a questo punto.
Aumenta anche lo spessore dei protagonisti: il gruppetto di avventori abituali diventa sempre meglio formato, e comincia a crescere anche la figura del protagonista, che acquista maggior spessore ed uno straccio di vita interiore.
Dimenticavamo, viene anche spezzata una lancia in difesa della libertà di scelta sessuale: insomma, l'autore sembra proprio seguire l'evoluzione della commedia all'italiana, e non ha più solo voglia di far ridere.

giovedì 5 gennaio 2012

Happy birthday


Sta uscendo in tutta Europa, la prossima volta sarà in Inghilterra, raccogliendo critiche di vario segno.  Da noi è da tempo sparito dagli scaffali novità, ma ne parliamo oggi anche per fare gli auguri di compleanno a Umberto Eco, nato il 5/1/1932.  L’autore qui si diverte e gioca con il complottismo storico allestendo, nell’anno dei centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, un elegantissimo centone che attraversa il nostro Risorgimento ed anche qualcosa di più: Il Cimitero di Praga va oltre lo spin-off – come direbbe mia figlia appassionata fruitrice ed esegeta di serie tivvù – di una parte del Pendolo di Foucault; racconta da una parte una unificazione ben diversa da quella gloriosa che ci hanno insegnato a scuola (almeno a quelli meno giovani, quorum ego) ma forse più plausibile, e dall’altra ripercorre il filo rosso dell’intolleranza europea, dando un padre o una madre a tutti i luoghi comuni della canea anti.
Anti cosa? Anti qualsiasi cosa, in effetti, e quindi ci sono i carbonari mangiapreti, i massoni ricchi e potenti dietro le quinte, e finalmente arrivano anche gli ebrei che vogliono dominare il mondo.  Perché, e questo lo sapevamo anche prima di prendere il libro in mano,  piuttosto che risolvere i problemi, è molto più semplice indicare un nemico che ne avrebbe la colpa.
Ultima annotazione: il libro è di scorrevolissima lettura ma di struttura complessa, costruito a flashback e, addirittura, con una vena di romanzo epistolare; affrontatelo quindi, se non l’avete già letto, con il rispetto che si deve ad un saggio, non ad un romanzo.  E alla fine fate anche voi gli auguri all’autore.