venerdì 13 aprile 2012

A bout de souffle - Fino all'ultimo respiro


Massimo Carlotto si allarga.
Infatti abbandona il Nord Est ed il Sud Ovest e spazia dalle repubbliche ex sovietiche a Marsiglia in un noir internazionale che è già una sceneggiatura, con personaggi che sembrano arrivare dritti dal cinema francese degli anni '50 e '60 del secolo scorso (il capo della mala della città focese è un Jean Gabin ormai invecchiato, la poliziotta gay una Annie Girardot, magari).
Carlotto mette tanta carne al fuoco, dal traffico internazionale di droga a quello di organi da trapianto, dalla mafia russa a quella cinese fino ai cocaleros latinoamericani ed ai servizi segreti russi, ed il colpo di reni che riscatta un confuso zibaldone di ammazzatine e tradimenti è l'aver centrato la storia sui delinquenti di seconda generazione che hanno più familiarità con i derivati ed i titoli tossici che con i fucili automatici e l'eroina.
D'accordo, è un esperimento, ed il richiamo del titolo di questo post è più che giustificato: comincia così una nouvelle vague del romanzo nero italiano?