lunedì 27 giugno 2011

Posso smettere quando voglio


Posso smettere quando voglio di leggere gialli scandinavi. Mi auguro che Stig Larsson stia spalando carbone nelle caldaie di Satanasso per aver dato la stura ad una pletora di giallisti dai nomi impronunciabili i cui eroi si spostano in volvo in mezzo alla neve in posti sconosciuti alla caccia di criminali un po' così.
E quindi leggo anche Il Leopardo di Jo Nesbo (sì, lo so che non si scrive così, ma dove la trovo la "o" sbarrata? E qualcuno è in grado di spiegarmi come di pronuncia?), convinto che sia una bufala, come la detective omosex di Annie Holt solo chiacchiere e distintivo, e invece...
E invece qui il meccanismo del thriller funziona, come funziona il contorno, tipo la collega un po' troia che sembra voglia il protagonista e invece si tromba l'antagonista e questa Norvegia passata da provincia sottosviluppata della Scandinavia a potenza petrolifera ed in cui per legge, se ho capito bene, si danno tutti del tu, tranne forse che con il re.
Insomma, i colpi di scena ci sono, il cattivo è glocal - potrebbe essere tranquillamente del midwest americano o cingalese - e viene inseguito per mezzo mondo, ed il buono è sufficientemente tormentato da essere interessante.
Ma forse per ognuno di questi scrittori esiste il libro da leggere e quello da buttare nel cassonetto, e per esserne certo ne leggerò ancora altri: tanto posso smettere quando voglio.

domenica 26 giugno 2011

Gatti molto speciali - Doris Lessing


Letto in poco meno di due giorni. Forse nutrivo troppe aspettative: credevo che mi rivelasse qualcosa di arcano e di straordinario sui gatti, qualcosa che io non avessi già visto sui miei felini. L'ho trovato scontato, ripetitivo, impersonale ( spesso l'autrice parla dei suoi gatti non chiamandoli con i propri nomi ma distinguendoli dal colore del mantello ) e, a volte, cruento quando narra della soppressione dei cuccioli ( con il fine di controllare le nascite ) preferendola alla sterilizzazione considerata crudele e "non naturale" dall'autrice.

martedì 21 giugno 2011

La vecchia dell'aceto - Luigi Natoli

Incuriosita da un programma televisivo trasmesso da una rete locale, ho comprato questo libro ambientato nella Palermo, la mia città, del fine '700. E' un intreccio di realtà e fantasia: la storia vera di Giovanna Bonanno nota come za' Anna ( zia Anna ) o, ancora di più, come vecchia dell'aceto, una levatrice che, caduta in disgrazia, decide di procurare, dietro compenso in denaro, un veleno inodore e insapore a chi voglia sbarazzarsi di mariti traditori, violenti, amanti pericolosi, nemici. La storia di zà Anna si intreccia con la storia dei vari personaggi che ruotano intorno al romanzo. I capitoli sono ben collegati tra loro, la narrazione è interessante, intrigante. La descrizione dei luoghi della Palermo antica è dettagliata e spesso mi consente di riconoscerli in quanto luoghi tutt'oggi esistenti. Lo consiglio.

lunedì 20 giugno 2011

Quando ti suggeriscono un libro


E chi te lo suggerisce è tua figlia di sedici anni. Mica male. Il libro è "La chioma di Berenice" di Denis Guedj, e direi che vale la pena.
Con la scusa del racconto di viaggio, prima ci mostra Alessandria di Egitto dei Tolomei, nel terzo secolo prima dell'era volgare, poi ci accompagna in una crociera sul Nilo (con scopi scientifici, per la verità) e questa diventa la parte più interessante: gli egiziani, occupati, spiegano il loro Paese ad un greco occupante, mostrandogli le attività quotidiane, la natura e raccontandogli i propri miti.
Considerato che l'A. è nato in Algeria, sono malizioso se dico che c'è qualcosa di più di una metafora?
Interessante quella che i retori greci chiamavano etopoia: vediamo non attraverso gli occhi di un disincantato cittadino del terzo millennio, ma attraverso quelli di un partecipe greco colto dell'epoca. Possiamo quindi scusare alcune caratteristiche troppo didascaliche ed in qualche modo scontate, come la storia di Alessandro figlio di Filippo (proprio il grande Alessandro) che pone il proprio mantello macedone in terra per disegnare la pianta della città che, sul delta del Nilo, porterà il suo nome.
Ah, la chioma di Berenice è proprio quella che abbiamo studiato a scuola, la leggenda della costellazione: e qui conosciamo la regina che di quella chioma si privò.


101 modi per liberarti dagli stronzi e trovare soddisfazione nel lavoro - Luca Stanchieri

Ho finito di leggere proprio un paio di giorni fa questo libro che racchiude in sé, contemporaneamente, drammaticità, divertimento, spunti per riflettere. L'autore, lo psicologo professionista Luca Stanchieri, mette in risalto, attraverso i racconti e le richieste di aiuto ricevute da comuni impiegati, la figura dello SI: lo Stronzo Infinito, una figura che circonda tutti noi, soprattutto nel mondo del lavoro, rendendoci la vita un vero inferno. Egli è l'essenza della stronzaggine per antonomasia, è l'essere il cui appellativo ( "stronzo" per l'appunto ) "non deriva da strong (...). E' un vocabolo tipicamente italiano che attraversa vari dialetti, mantenendo la stessa radice. In Piemonte è stronz, in Sardegna struntzu, in Lombardia strons, in Trentino stronz, in Emilia strounz, in Campania strunzo, in Puglia strunze, in Sicilia strunzu. Insomma, il termine era riconoscibile anche prima dell'Unità di Italia in ogni paese della penisola. (...) è un'ingiuria diretta a una persona inetta, ignorante, arrogante, pretenziosa e cattiva" ( Cit. ).
Il libro affronta anche il tema drammatico del mobbing alternando descrizioni spesso divertenti delle varie tipologie di stronzo in cui giornalmente ci imbattiamo: lo stronzo capo, che usa il bluff della valutazione di rendimento e dell'indice di controllo; lo stronzo collaboratore, che spesso è il primo ammiratore del capo stronzo; lo stronzo collega, che si scompone in tanti "piccoli" stronzi quali il sofferente, il manipolatore, lo stressato, il trasformista, il diffidente, il morto di fame; le aziende stronze ( in quanto formate da stronzi ), paranoiche, isteriche, orientate al cliente e tutte con un'unica mission... "prendere per il culo le persone che lavorano per loro" ( Cit. )...
Il libro contiene dei suggerimenti su come "distrarsi" dagli SI non solo quando si è immersi nel proprio mondo lavorativo, ma anche quando si è al di fuori di esso. Inoltre, le ultime pagine sono dedicate a tutti coloro che rappresentano "l'altra faccia del lavoro e di chi lavora. (...) Migliaia di giovani che cercano di darci una mano nei call center, fanno tutto il possibile per risolvere i nostri problemi, e spesso sono gentili e preparati. (...) Negli ospedali, riusciamo a incontrare parole semplici e amorevoli, che seppure non richieste, sono preziose per la cura e la possibile guarigione" ( Cit. ).

Durante la lettura del libro, nel quale mi sono immersa appieno riconoscendo tutti coloro con i quali lavoro, ho temuto una forte delusione sul finale. Il libro è incentrato, per un buon 80%, su quanto il mondo lavorativo sia pieno di SI e, più si avvicinava la fine del libro, più tutto sembrava voler puntare il dito su terzi a tutti i costi. Per la serie "se la mia vita lavorativa è uno schifo è colpa degli stronzi che mi circondano!".
Devo dire che l'autore non mi ha per niente delusa perché se è vero che le aziende sono piene di stronzi, è anche vero che... "Ognuno di noi ha dentro un SI. Siamo tutti SI ( ... ) ma a differenza della maggior parte dei SI descritti, coloro che individuano il proprio SI interno possono fronteggiarlo e superarlo." ( Cit. )
E' un libro che consiglio a tutti.

Igiene Bestiale - Giovanni Ballarini

Igiene Bestiale è un vademecum di 145 pagine che, volendo, può esser letto tutto d'un fiato. Il libro è rivolto a chi possiede animali domestici ( o a chi desidera possederne ) ed è incentrato sul concetto di igiene. L'igiene è la strategia per prevenire le zoonosi ( quelle patologie, cioè, che gli animali possono trasmettere all'uomo ), le malattie che l'uomo può trasmettere al proprio animale domestico, gli avvelenamenti da cibo, chimici e da piante d' appartamento e non. Il manuale, come l'autore stesso tiene a precisare, non intende sostituirsi al veterinario, ma vuole "integrarne l'attività". Lo stile è fruibile a tutti ed è molto semplice nel linguaggio. Ho trovato molto interessante la sezione "Igiene urbana" dove viene sottolineata l'importanza di ripulire le strade dalle deiezioni dei nostri animali, non solo per un mero atto di civiltà, ma anche perché esse possono contenere batteri dannosi o uova di parassiti che il malcapitato calpestatore porterà inevitabilmente in giro... Soprattutto in casa sua.