martedì 24 gennaio 2012

Il morto di terracotta

Piccoli giallisti crescono.
Marco Malvaldi torna in libreria con il suo barrista intellettuale e gli anziani clienti abituali e ci racconta una storia di spessore, che deve molto ad Andrea Camilleri e che è veramente ben costruita, e scritta meglio.
Parla di un delitto di venti anni prima, che nessuno pensava fosse tale prima che il protagonista ed il suo coro ci mettessero gli occhi sopra, e c'è anche una chicca: l'investigatore dilettante ma di genio (certo un topos, ma ormai ci siamo abituati) risolve il caso mentre è bloccato in ospedale. Pura analisi intellettuale, quindi, e mancano solo le orchidee, a questo punto.
Aumenta anche lo spessore dei protagonisti: il gruppetto di avventori abituali diventa sempre meglio formato, e comincia a crescere anche la figura del protagonista, che acquista maggior spessore ed uno straccio di vita interiore.
Dimenticavamo, viene anche spezzata una lancia in difesa della libertà di scelta sessuale: insomma, l'autore sembra proprio seguire l'evoluzione della commedia all'italiana, e non ha più solo voglia di far ridere.

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