
Sta uscendo in tutta Europa, la
prossima volta sarà in Inghilterra, raccogliendo critiche di vario segno. Da noi è da tempo sparito dagli scaffali
novità, ma ne parliamo oggi anche per fare gli auguri di compleanno a Umberto
Eco, nato il 5/1/1932. L’autore qui si
diverte e gioca con il complottismo storico allestendo, nell’anno dei
centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, un elegantissimo centone che
attraversa il nostro Risorgimento ed anche qualcosa di più: Il Cimitero di
Praga va oltre lo spin-off – come direbbe mia figlia appassionata fruitrice ed
esegeta di serie tivvù – di una parte del Pendolo di Foucault; racconta da una
parte una unificazione ben diversa da quella gloriosa che ci hanno insegnato a
scuola (almeno a quelli meno giovani,
quorum
ego) ma forse più plausibile, e dall’altra ripercorre il filo rosso
dell’intolleranza europea, dando un padre o una madre a tutti i luoghi comuni
della canea anti.
Anti cosa? Anti qualsiasi cosa,
in effetti, e quindi ci sono i carbonari mangiapreti, i massoni ricchi e
potenti dietro le quinte, e finalmente arrivano anche gli ebrei che vogliono
dominare il mondo. Perché, e questo lo
sapevamo anche prima di prendere il libro in mano, piuttosto che risolvere i problemi, è molto
più semplice indicare un nemico che ne avrebbe la colpa.
Ultima annotazione: il libro è di
scorrevolissima lettura ma di struttura complessa, costruito a flashback e,
addirittura, con una vena di romanzo epistolare; affrontatelo quindi, se non
l’avete già letto, con il rispetto che si deve ad un saggio, non ad un
romanzo. E alla fine fate anche voi gli
auguri all’autore.
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