
Al contrario del capostipite plasmato dalla penna visionaria e pessimista di Guy de Maupassant, però, su di lui si avventano sfighe orribili palesemente inviate dal corrucciato Dio veterotestamentario così caro ai riformati. Deve però cavarsela, altrimenti il libro finirebbe subito. E così evita per un pelo di farsi licenziare dal simpatico miliardario che lo ha assunto per fare da tutore al figlio paranoico, schiva la vendetta del medesimo miliardario dopo avergli trombato la moglie e riesce a sfuggire alla sorte dei clandestini sulle navi da crociera in cambio di una notte di amore (diciamo così) con un miliardario statunitense, che lo ricompensa anche con un assegno di mille sterline. Altri tempi, gli pagano in contanti l'assegno in una banca di Città del Capo.
C'è un continua, che promette nuove avventure nel Sudafrica appena pacificato dopo la guerra boera, ma penso che eviterò di leggerlo.
Una piccola annotazione: il risvolto di copertina giura che l'autore ha studiato ad Oxford, ma doveva essere molto disattento, visto che per due volte parla della Polonia, facendone arrivare anche l'ambasciatore in Sudafrica per salutare i ricconi che sbarcano dal transatlantico di lusso. Peccato che all'epoca la Polonia non esisteva, e chi non ci crede può controllare qui.
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