mercoledì 6 giugno 2012

Dio lo vuole?

Un romanzo, ma non solo.  L'autore è un medievista insigne, cattedratico mi pare a Firenze, e con la scusa di raccontarci la storia dell'ultimo dei seguaci di un vassallo di Matilde di Toscana alla prima crociata, mette assieme un efficacissimo racconto di quello che si sapeva e si credeva nell'undicesimo secolo, e non solo in materia di guerra e religione.
La storia di Rimondino - questo il nome del protagonista - passa in secondo piano  nel sontuoso scenario della Costantinopoli di Alessio I Comneno, nelle distese dell'Anatolia contesa con i Turchi Selgiuchidi, e poi in Siria alla presa di Antiochia, in Libano ed infine davanti e dentro Gerusalemme.
Nella narrazione di un evento che deve aver confuso anche i contemporanei per la complessità e la singolarità, e quindi figuriamoci che ne scrive un millennio più tardi, si mischiano quindi il vescovo Ademaro, già cavaliere, che compone il Salve Regina ed il cantastorie normanno Tagliaferro, Goffredo di Lorena (per chi ha studiato storia medievale solo al liceo, di Bouillon o di Buglione) ed il mercenario Rollone di Coutances che passa dal servizio del basileo a quello dei condottieri crociati, e poi profeti più o meno in mala fede, arruffapopoli, pellegrini di ambo i sessi, potentati orientali e prelati intriganti, ricchi alla ricerca della vita eterna e poveri alla ricerca della ricchezza.
Alla fine, Cardini ha un colpo d'ala e torna sul povero crociato.
Vale la pena, soprattutto se a scuola vi siete annoiati da morire quando i professori facevano finta di spiegarvi, e voi facevate finta di capire, che in fondo la crociata non era che un modo per incanalare la violenza lontano dall'Europa, continente povero e sottosviluppato nonostante il bianco manto di chiese di cui stava ricoprendosi dopo lo scampato pericolo dell'anno Mille. 

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