Altro bozzetto di genere su quel ramo del lago di Como regalatoci da Andrea Vitali, che più va avanti più affina la sua capacità di raccontare, anche se prima o poi esaurirà l'elenco di nomi di battesimo impossibili da affibbiare ai suoi personaggi.
Anche stavolta la storia è sottilissima, quasi di carta velina: il giovane più o meno bruciato, la passione carnale per l'esuberante straniera bionda negli anni cupi del fascismo e della fondazione dell'Impero, il ritrovamento di un tesoro che consente di sperare nella fuga dalla soffocante realtà e scatena piccole e grandi cupidigie, il carabiniere neopapà che sacrifica la licenza alle indagini, ma meravigliosamente arricchita da una folla di protagonisti e comprimari tratteggiati con le loro idiosincrasie e caratteristiche fisiche.
Piero Chiara è ancora lontano, ma si sta avvicinando.
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