mercoledì 10 agosto 2011

Durissima cocta


Vive in una specie di topaia al sesto piano senza acqua corrente, ama la figlia di un senatore e si muove nella Roma dei Flavi sulle tracce di adulteri o di figlie scappate di casa, affrontando gladiatori e lancieri traci a mani nude (e prendendole sempre), il tutto per qualche sesterzio al giorno più le spese.
E' un Philip Marlowe del finire del primo secolo dell'era volgare, e si chiama Marco Didio Falco, creato da Lindsey Davis, scrittrice inglese che nell'antica Roma ha trovato l'America. Unica concessione al familismo romano, Falco, al contrario dei suoi epigoni sulla Costa Occidentale, ha una famiglia ampia ed in buona parte invadente, a cominciare dalla madre.
In questo romanzo è anche presente il padre che molto modernamente era scappato di casa con una ragazza dai capelli rossi, ed il fantasma del fratello, caduto da eroe durante la guerra giudaica; per seguire il libro, comunque, non c'è bisogno di rileggersi Flavio Giuseppe, visto che si tratta di trovare una statua greca la cui vendita avrebbe consentito all'eroe ed ai suoi colleghi legionari di arricchirsi.
Come in tutti gli scrittori di scuola anglosassone, impeccabile ricostruzione storica e d'ambiente, per quel che posso giudicare, ottima padronanza del mestiere - Falco si racconta in prima persona e sembra davvero, qualche volta, di sentire Sam Spade - ed interessante l'assunto di partenza, ovvero del cittadino libero, di fede repubblicana, che deve mettere insieme quattrocentomila sesterzi per diventare cavaliere (no, i cavalli non costano così tanto) per poter sposare la sua amata, di classe sociale tanto più elevata della sua.
Tra la Città Eterna, le altre località italiche e puntate anche nelle propaggini più sperdute dell'Impero, le storie, e sono tante, scorrono veloci e gradevoli.
Buon divertimento.

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