martedì 2 agosto 2011

In buona compagnia


Mai letto "I Tre Moschettieri" da ragazzo, mi sono rifatto da grande, e li ho amati fin dalle prime righe di una vecchia traduzione che in qualche modo rispetta - almeno credo - lo stile di Dumas.
Tra l'altro mi risulta che un nugolo di insospettabili intellettuali (tra cui anche Umberto Eco e Arturo Perez Reverte) abbia fondato un cenacolo di lettura, rilettura e drammatizzazione delle avventure dei quattro amici dei tempi di Luigi XIII e del cardinale Richelieu.
Sembra un mattone, ma scorre veloce, a mezzo tra romanzo di formazione e storia picaresca, nonostante il gran spreco di cappe (e spade), mantelle e simili accessori.
Alcune pagine sono veramente raffinate, come le avventure di Milady imprigionata dal cognato e liberata da un cretino, anche se al nostro gusto moderno (e anche per le richieste di editori e produttori) la fine del male incarnato nella persona di Anna di Breuil - Lady Clarick non va proprio giù, visto che il male è ben lungi dall'essere stato cacciato dalla faccia della terra.
Aggiungerei, per concludere, che c'è anche più sesso di quello che si potrebbe immaginare, e la notte dell'inganno che Milady passa con D'Artagnan credendolo il conte di Wardes arriva direttamente dal Boccaccio (che dire, poi, dei tormenti della camerierina che dietro la porta ascolta le effusioni della coppia e muore di gelosia?) e ricorda il dialogo fra Nino Manfredi e Claudia Cardinale ne "Nell'anno del Signore", quando lui chiede a lei se era molto buio quando si è sbagliata.

Nessun commento:

Posta un commento

grazie di aver scritto un commento e fra poco potrai vederlo pubblicato! torna a trovarci presto!