mercoledì 19 ottobre 2011

Novecento, atto II Bis


Insomma, chissà cosa mi aspettavo.  Valerio Massimo Manfredi ci ha spesso deliziati con le sue storie dell'epoca classica, dalla guerra di Troia a quella greco-persiana all'Anabasi rivista attraverso gli occhi di una contadina che diventa l'amante di Senofonte.
E adesso prova a raccontarci una saga contemporanea di una famiglia contadina tra Modena e Bologna: sì, esatto, sembra anche a me che una storia del genere ce la abbiano già raccontata.  Si va dalla vigilia della Grande Guerra alla fine della Seconda Guerra Mondiale, accompagnando tre generazioni di Bruni (quelli del titolo), mezzadri non proprio morti di fame ed anche abbastanza fortunati, visto che durante la Prima Guerra Mondiale non ne muore nessuno; l'otel, scritto proprio così, è la stalla annessa alla casa colonica che occupano sul terreno loro affidato dove fanno filò.
Più che con gli Austriaci hanno problemi - ovviamente - con il padrone e con i fascisti, e in questo sono abbastanza tradizionali e diversi dai mezzadri fascisti di Canale Mussolini: Manfredi non ha nessuna voglia di vincere un premio Strega, insomma.
Valerio, sient'ammè, ritorna a scrivere di Greci, Persiani e, magari, popoli preromani in Italia, ti riesce molto meglio.

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